Generale Giuseppe Morabito – Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation. La stabilità e la sicurezza dei Balcani e del Mar Nero sono strettamente connesse a quelle della comunità euro-atlantica.
Oggi è più evidente che in passato che, sia il legame profondo tra le due regioni sia la rilevanza dello spazio strategico, sono ormai in cima alle agende politiche dell’Unione Europea e della NATO, entrambe tornate a sostenere l’integrazione e la sicurezza regionale, anche alla luce degli avvenimenti tragici in Ucraina.
Per l’Italia la regione è oltremodo importante, tanto è vero che, lo scorso novembre il Vice-Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani e il Ministro della Difesa Guido Crosetto si sono recati in visita a Belgrado e Pristina, per incontri con i Presidenti della Repubblica e i Primi Ministri di Serbia e Kosovo, oltre che con i rispettivi omologhi di Esteri e Difesa.
Facendo appello al senso di responsabilità delle parti, in una delle prime visite all’ estero dei rappresentanti dell’ appena insediato governo nazionale, è stato indicato come Roma intende continuare a incoraggiarle a intensificare il dialogo, al fine di superare le recenti tensioni tra i due Paesi, anche per dare slancio alla loro prospettiva europea. La stabilità dei Balcani è un obiettivo prioritario per il nostro Paese, che da sempre opera per la sicurezza e la pace della regione, anche attraverso la propria ventennale partecipazione alla NATO Kosovo Force (KFOR) e alla Missione europea EULEX.
La visita a Pristina è iniziata con le riunioni bilaterali: il Ministro degli Esteri ha incontrato la sua omologa, Donika Gërvalla-Schwarz, e così il Ministro della Difesa, Armend Mehaj. Successivamente, si sono svolti gli incontri congiunti con la Presidente della Repubblica, Vjosa Osmani, e il Primo Ministro, Albin Kurti.
A tutti gli interlocutori kosovari è stata ribadita la necessità di una de-escalation e la disponibilità dell’Italia ad assumersi la responsabilità di provare a definire, in coordinamento con l’UE e i principali partner internazionali, un percorso d’uscita dall’attuale crisi innescata dalle misure implementate dal governo kosovaro sulle targhe automobilistiche e dalla nomina di Rašić quale ministro.
Sul fronte bilaterale, sia il Ministro Tajani sia il Ministro Crosetto hanno ribadito la volontà di rafforzare la collaborazione politica, economica e culturale tra i nostri due Paesi.
Al termine della missione, i due Ministri si sono recati in visita alla base della missione KFOR che e’ il presidio per la sicurezza e stabilità della regione, attualmente a comando Italiano. Il contingente del nostro paese è dislocato in varie zone del Kossovo ed è il più numeroso della Missione internazionale con oltre 750 soldati che operano nella regione.
Inoltre, va ricordato che il vertice UE-Balcani occidentali, che si terrà il 6 dicembre a Tirana, è particolarmente importante nell’attuale situazione geopolitica dopo che il portavoce dell’Unione Europea, riferendosi alla situazione relativa alla nomina di Nenad Rašić a ministro nel governo del Kosovo e all’annuncio di Belgrado che annullerà la sua partecipazione al Vertice, perché’ l’interpretazione preliminare della nomina che non soddisfa tutte le condizioni della Costituzione del Kosovo.
L’Unione Europe si aspetta che le istituzioni del Kosovo armonizzino le loro procedure con la costituzione, che è di fondamentale importanza per lo stato di diritto, e ha ripetuto l’appello ai serbi affinché tornino nelle istituzioni del Kosovo il prima possibile, al fine di evitare un’ulteriore escalation della crisi. Appare evidente che la mancata presenza di Belgrado toglie molta , se non annulla, l’importanza dell’evento.
Nello specifico e per chiarire, la Serbia non parteciperà al vertice UE-Balcani in segno di protesta per la mancata reazione della Ue alla nomina di un nuovo ministro nel governo kosovaro, un oppositore della linea politica di Belgrado. Il Presedente della Serbia Vucic ha stigmatizzato la decisione del premier kosovaro Albin Kurti di nominare nel suo governo Rašić, un serbo schierato all’opposizione, nuovo ministro per le Comunità e il ritorno dei profughi, in sostituzione di Goran Rakic, esponente di Srpska Lista (SL), il partito legato a Belgrado e al presidente Vucic, dimessosi nelle scorse settimane unitamente a tutti gli altri serbi presenti nelle istituzioni del Kosovo. Per il Presidente Vucic, una tale decisione apertamente antiserba da parte di Kurti, meritava una doverosa condanna da parte della Ue.
Sin dal 2014 la NATO Foundation discute a fondo su questi aspetti, e ogni anno promuove un dibattito di alto livello sull’area a partire dalle analisi ed esperienze di prima mano di specialisti provenienti dalla regione. Ottavo appuntamento della serie di conferenze annuali sul tema, l’iniziativa del prossimo 7 dicembre si articolerà in 3 sessioni e vedrà la partecipazione di decisori politici e analisti internazionali.
La prima sessione si concentrerà sullo stato attuale e le prospettive future dell’integrazione della regione nelle strutture euro-atlantiche. A fronte del rinnovato slancio politico internazionale in questa direzione.
La seconda sessione entrerà poi più nel merito di specifiche sfide di sicurezza e fragilità degli assetti regionali approfondendo l’influenza della criminalità organizzata nell’area e il possibile ruolo di attori internazionali nel contrastarla.
La terza e ultima sessione sarà incentrata sul consolidamento delle democrazie e sulle legittime aspirazioni dei paesi a diventare membri delle organizzazioni internazionali, in primis , l’Unione Europea.
I lavori si terranno presso l’Hotel Quirinale (via Nazionale 7, Roma) gli interventi saranno in inglese e verranno trasmessi anche in diretta streaming (Zoom – sarà disponibile la traduzione in italiano). Per ulteriori informazioni è possibile contattare il Team Comunicazione NDCF all’indirizzo: ndcf.pressmediarelations@gmail.com